Brochure 
Il respiro della città
Tre grandi superfici di prato artificiale realizzato in organza si muovono al ventoprovocato dall’aria proveniente dal sottosuolo di Milano. In quel vento è compreso il respiro delle decine di migliaia di persone che ogni giorno transitano e vivono nel ventre della città. La serie d’installazioni Il respiro della città, non sono localizzate in un terrain vague, dove in genere le opere di arte urbana (soprattutto di una certa dimensione), riescono ad avere luogo. Il detournement di una struttura meccanica municipale atta allo scambio dell’aria, come in una sorta di polmone artificiale avviene proprio in uno dei cuori del centro di Milano.
Nella sua disarmante semplicità è proprio questo fiato dopo avere tenuto in vita nelle viscere della terra i passeggeri della metropolitana ad alimentare il movimento degli oltre tre chilometri di fili d’erba, alta fino a un metro, che s'innalzano e si protraggono verso il cielo. Essi danzano e si accarezzano scambievolmente con incantevole complicità, come in un prato reale. L’immagine di lirismo-evocativo che se ne trae, sebbene d’astrazione, e l’atavica suggestione che si percepisce, invitano a riflettere su quanto siamo consapevoli e disposti, ogni giorno, ad accettare l’innaturale artificiosità dell’ambiente dove viviamo.
Il respiro della città è un’installazione che occorre osservare in azione, per svelarne l’intima interpretazione.
Contrariamente alla legittima occorrenza di buona parte dell’arte, che ambisce a lasciare un segno del proprio tempo, Il respiro della città ha una natura effimera. La sua con-temporaneità è data proprio dalla non permanenza, ovvero il comparire e lo scomparire senza lasciare alcuna traccia. L’arte pubblica in genere, da sempre luogo a sentimenti di fragilità e transitorietà, poiché spesso rimossa dall’autorità o vittima del vandalismo. Il comportamento del Respiro della città, evoca piuttosto una delicata percezione di urgenza: sebbene non sia necessario alcun biglietto o prenotazione per usufruire della sua presenza, si rende piuttosto necessaria la concomitante partecipazione o la fortuita coincidenza, dell’essere sul teatro della sua breve messa in opera, dopo la quale, lo stesso ambiente circostante è riportato al proprio stato originale. La realizzazione ha luogo in uno spazio preso in prestito, non appartenente all’arte (e in special modo alla scultura), sebbene proprio li ne prenda forma, come a celebrare, ancora una volta, gli articoli 21 e 33 della Costituzione della Repubblica Italiana che, rispettivamente, esaltano il «[…] diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» e la libertà dell’ arte e la scienza».
Il respiro della città, 2012
[site-specific installation]
6 maglie di metallo, 3060 fili di organza, punti metallici, fascette, flusso d’aria 7~15m/sec. 600 x 200.
28 luglio 2012 - 15:00 Corso Garibaldi - Milano
(c) 2012 Manlio F. Tartara per ProvocActionArt
The breath of the city
Three large areas of artificial turf realised in organza move in the “wind” of air coming from the Milanese underground. In that wind is the breath of tens of thousands of people who travel and live in the belly of the city everyday.
The series of installations, The breath of the city, are not localised in a terrain vague where urban artworks (above all of a certain size) are usually able to be housed. The detournement of a municipal mechanical structure in action with the change of air, like a sort of artificial lung happens right in the heart of the centre of Milan.
In its disarming simplicity it is precisely this breath after having kept the passengers of the underground alive in the entrails of the earth – that feeds the movement of over three kilometres of blades of grass, up to a metre tall, which rise and stretch towards the sky. They dance and caress each other reciprocally with enchanting complicity as if it was a real lawn. The image of evocative lyricism that is drawn, although abstract, and the ancestral suggestion that is sensed, invite us to reflect on how much we are aware and willing to accept, everyday, the unnatural artificiality of the environment we live in.
The breath of the city is an installation that requires observation in action, to reveal an intimate interpretation.
Contrary to the legitimate need of a great part of art that aims to leave a mark on its own time, The breath of the city has an ephemeral nature. Its non-temporariness is given by its non permanence, or rather its appearance and disappearance without leaving any trace. In general, public art always gives rise to sentiments of fragility and transience, since it is often removed by authorities or is the victim of vandalism. The behaviour of The breath of the city instead evokes a delicate perception of urgency:although no ticket or any booking is necessary to enjoy its presence, the concomitant participation or fortuitous connection is, from its brief period on stage, after which the same surrounding environment is brought back to its original state. The realisation happens in a borrowed space, one which does not belong to art (and especially to sculpture), although it is there where it takes form, as if to celebrate, yet again, the 21st and 33rd articles of the Italian Constitution which, respectively, exalt the «[…] right to freely express […] thoughts in speech, writing, or any other form of communication» and the liberty of the «arts and sciences».
The breath of the city, 2012
[site-specific installation]
6 metal grates, 3060 wires of organza, staples,cable ties,air flow 13~29 knots, 236,4” X 78,8” (600 x 200 cm)
July 28, 2012 - 03:00 PM Corso Garibaldi - Milan
(c) 2012 Manlio F. Tartara for ProvocActionArt
